Il momento presente sta conoscendo una diffusione senza precedenti dell’IA che solleva una serie di questioni sulla posizione dell’essere umano nei confronti del sapere e del fare.
Mentre è chiaro che IA riproduttiva (legata all’ingegneristica) stia conquistando sempre più settori del sapere sostituendo l’intelligenza umana, compresi quelli del settore umanistico, l’IA cognitiva (cioè realmente intelligenza) resta ancora una chimera.
La trasformazione del mondo come infosfera sta comportando una sempre maggiore integrazione del nostro habitat naturale e sociale con quello artificiale. Le tecnologie smart e la crescente quantità di tempo che le persone trascorrono a contatto di contesti digitali, utilizzando dispositivi sempre più performativi e potenti, comportano una produzione enorme di dati. È questa stessa produzione a determinare le condizioni di possibilità per l’intelligenza artificiale (IA). L’essere umano, quindi, è parte del suo meccanismo. Infatti, da un lato come utente produce dati, dall’altro lato diviene un cliente influenzabile attraverso processi di indirizzamento.
Il ciclo di conferenze, a cura di Tiziana Serena, Andrea Mecacci e Caterina Pagnini, discute del ruolo dell’IA come strumento in grado di modificare l’esperienza del reale, per interessandosi delle ricadute etiche, giuridiche, politiche ed artistiche.
Il primo incontro, in programma il 4 aprile, si svolge alle h. 17 -18.45 in Aula 105 di Via Laura 48. Tutti gli altri incontri, in programma l'11 aprile e il 9, il 16, il 17 e il 23 maggio, si tengono alle h. 17 -18.45 in Aula 8, Via Gino Capponi, 9, 50121 Firenze (con l'eccezione di quello del 17 maggio, che si tiene nell'aula 14 della sede Capponi dalle 15 alle 17).